Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ;

http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ;

http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu;

dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

Accuse e rottami tra i binari chiusi. Nuovi roghi per eliminare i gas
"Ora le Fs devono decidere come e dove stoccare queste sostanze"

I misteri della stazione proibita
"La cisterna non doveva spezzarsi"

2009-07-02

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2009-07-02

 

Strage di Viareggio, i morti sono 18

Si aggrava il bilancio: deceduto un marocchino ricoverato a Carrara. Oggi Moretti in Senato

VIAREGGIO - Cresce il numero delle vittime dell'esplosione avvenuta alla stazione di Viareggio. Poco prima delle 2 di giovedì notte è morto infatti uno dei pazienti ricoverati nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Carrara (Massa Carrara).

Esplode un treno a Viareggio

Secondo quanto si apprende dalla Asl, si tratta di un uomo di origini marocchine, che era stato ricoverato in gravissime condizioni e la cui identificazione era stata possibile solo nella giornata di mercoledì. Con questo decesso sale a 18 il numero delle vittime, secondo l'ultimo bilancio ufficiale, causate dall'esplosione di gas fuoriuscito da uno dei vagoni cisterna deragliati alla stazione della cittadina toscana. All'ospedale di Carrara resta ancora ricoverata, anche lei in condizioni gravissime, una donna che non si è riusciti, tra l'altro, ancora ad identificare. Nel tardo pomeriggio di mercoledì è deceduto, all'ospedale Bufalini di Cesena, Mohammed Ayad, 50 anni, marocchino. Era il padre di Iman e di Hamza: quest'ultimo, 17enne, aveva perso la vita per mettere in salvo la sorellina di 3 anni, che è però morta mercoledì mattina all'ospedale Bambin Gesù di Roma. Il numero purtroppo destinato a salire, infatti, l'80% dei ricoverati è in condizioni gravissime.

MORETTI - Sul fronte delle inchieste, l'a.d. delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, verrà ascoltato giovedì alle 14,30 dalla Commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama sulle problematiche della sicurezza del trasporto ferroviario. Alle 14 la Commissione ascolterà il direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie Chiovelli. Intanto alla stazione di Viareggio sono terminate intorno alle 4 di stanotte le operazioni di bonifica e messa in sicurezza. Il gpl contenuto nei carri rovesciati sui binari è stato travasato in altri cargo-cisterna, che hanno lasciato la stazione. Sui binari restano ancora nove vagoni, di cui cinque deragliati: a breve verranno risollevati da una gru e rimessi sulla linea per essere portati via. La conclusione delle operazioni di bonifica consentirà a circa un migliaio di sfollati di rientrare nelle loro abitazioni situate all'interno della "zona rossa", ed evacuate per ragioni di sicurezza. Gli unici a non poter rientrare in casa sono gli abitanti delle palazzine crollate in via Ponchielli, la strada più colpita dall'esplosione di lunedì notte.

2 Luglio 2009

 

Cambiati due carrelli al vagone
"Le verifiche sono state blande"

L’azienda di Mantova che ha fatto la revisione: così era stato chiesto

VIAREGGIO — È stata una revisione "blanda". Non un ta­gliando approfondito. Quello, d’altra parte, era stato richie­sto dal proprietario del treno. Il vagone deragliato a Viareg­gio era entrato negli stabili­menti della Cima Riparazioni a Bozzolo (Mantova), alla fine di febbraio scorso. E in quei gior­ni i tecnici dell’azienda incari­cata della manutenzione aveva­no comunque scoperto che le ruote di due "carrelli" su quat­tro erano molto consumate, quindi pericolose. Verdetto: da sostituire. Così il proprietario del vagone, il colosso america­no Gatx, aveva recapitato diret­tamente alla Cima altri due car­relli. Non nuovi, ma a loro vol­ta già usati da altri treni, revi­sionati e rimessi in sesto da un’altra officina.

I tecnici di Bozzolo hanno so­stituito i pezzi e a quel punto il vagone era pronto per tornare sui binari. Il certificato è datato 2 marzo 2009. Con un particola­re chiave: durante quell’ultima revisione, le ruote e gli assi "non sono stati controllati con gli ultrasuoni — spiegano alla Cima — perché non era previ­sto ". Quella è l’unica analisi (una sorta di radiografia) che permette di scoprire le microle­sioni all’interno dell’acciaio, i danni impossibili da vedere a occhio nudo. Di certo però in quel momento, e già da mesi, una crepa si stava allargando al­l’interno della "boccola", il ci­lindro che tiene la ruota salda­ta all’asse. Alle 23 e 49 di due giorni fa quel pezzo si è spacca­to di netto, la ruota ha traballa­to sul binario per 450 metri e alla fine è saltata fuori, provo­cando il deragliamento.

È in questo ambito che si muoverà l’inchiesta della Pro­cura di Lucca. Obiettivo: indivi­duare le "omissioni all’origine dell’incidente" di cui ha parla­to il procuratore generale della Toscana, Beniamino Deidda. Un percorso con alcune certez­ze e molti punti oscuri. Il vago­ne- cisterna che si è ribaltato è stato costruito nel 2004 e omo­logato in Germania, poi con­cesso in affitto da Gatx a Fs lo­gistica. Ieri sono state mostra­te le foto del pezzo che si è tranciato di netto. Tecnici ed esperti sono sicuri nell’affer­mare che ci vuole più di un an­no (come minimo) perché si crei una fenditura così estesa. E però, secondo le regole, i ri­lievi con gli ultrasuoni andreb­bero fatti almeno ogni dodici mesi, o a intervalli ancora più ristretti. A questo punto è la lo­gica a indicare l’"omissione": gli ultrasuoni non sono stati fatti per troppo tempo, o sono stati fatti male.

Il primo obiettivo delle inda­gini sarà chiarire se il carrello che si è spaccato era uno dei due sostituiti lo scorso marzo, o uno tra quelli rimasti al loro posto perché giudicati "idonei a circolare". Alla Cima Ripara­zioni, azienda con oltre cento dipendenti e un’esperienza più che ventennale, sono certi di aver seguito i protocolli alla lettera: "Il proprietario è il re­sponsabile del vagone — spie­ga il dirigente Tiziano Armani­ni — e ci ha chiesto quel tipo di controllo, tra l’altro adegua­to all’età del carro. L’abbiamo svolto secondo le regole euro­pee e abbiamo rilevato usura in due 'sale' (l’insieme di asse e due route, ndr) ".

A quel punto il colosso Ga­tx, che possiede e cede in affit­to 160 mila vagoni-cisterna nel mondo, 20 mila dei quali in Europa, ha mandato i nuovi componenti: "Sono arrivati già revisionati da altra officina — concludono alla Cima — che ovviamente avrebbe dovu­to fare le verifiche con ultra­suoni. Noi li abbiamo ricevuti certificati, ma per così dire 'a scatola chiusa'". Ieri pomerig­gio l’azienda ha ricevuto una prima visita da parte degli in­quirenti, si tratterebbe degli ispettori delegati dal ministe­ro. La Procura di Lucca dovrà acquisire i documenti che per­metteranno di risalire a chi ha avuto la responsabilità dell’ul­tima revisione sull’asse che ha ceduto. È il punto sottolineato alla Camera dal ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: "So­no in corso approfondimenti per accertare la regolarità delle operazioni di manutenzione".

Gianni Santucci
02 luglio 2009

 

 

 

 

"I controlli? In un mese 3 o 4"

Il direttore Chiovelli: operiamo per campioni. La legge non ci concede la possibilità di dare sanzioni economiche

ROMA — Una decina di persone che fanno controlli a campione sulla sicurezza di più di 30 imprese ferro­viarie e i loro treni, nell’ordine di 3-4 audit al mese. Pochissimi se si pensa che i convogli che trasporta­no merci pericolose in giro per l’Ita­lia sono un migliaio al mese. E poi competenze ancora inesistenti sulla rete dei binari e sulle officine di ma­nutenzione.

La neonata Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, guidata da Alberto Chiovelli, ce la mette tutta per garantirci viaggi sicuri, ma, ad esempio, dispone solo di 79 dipen­denti sui 300 previsti. Su Trenitalia (la controllata di Fs che fa circolare i treni) nell’ultimo rapporto disponibile, quello del 2007, diceva: "Un’attenzione partico­lare va posta in merito alle non con­formità rilevate sul materiale rotabi­le merci per il trasporto di merci pe­ricolose ". E sui progetti del Piano si­curezza di Trenitalia: "Molti non ri­spettano i tempi a causa di criticità nel reperimento dei finanziamenti e nel rapporto con i fornitori".

Ingegnere, sa qualcosa che do­vremmo sapere su Trenitalia?
"Si tratta di osservazioni sui pro­cessi manutentivi sia per i treni pas­seggeri che per quelli merci. Nel 2007 abbiamo chiesto a Trenitalia di fare interventi correttivi: in parte so­no stati fatti, in parte sono in cor­so ".

Cosa avete rilevato sulle merci pericolose? Può fare un esempio?
"Che so, un processo di verifica di un assile che viene fatto e non certifi­cato, o certificato da un’impresa che non può farlo. Episodi così".

E come vi siete regolati?
"La legge non ci concede la disponi­bilità di sanzioni economiche. Pos­siamo chiedere del­le correzioni o arri­vare, in casi gravi, a ritirare il certifica­to di sicurezza".

Un caso grave come quello di Via­reggio?
"Se avessimo rilevato un episodio del genere in audit, sì, avremmo po­tuto ritirare la certificazione di sicu­rezza ".

Dalla vostra relazione risulta che nel settembre 2007 avete rileva­to che un carro di Trenitalia cargo viaggiava con rotabile scaduto.
"In casi come questo se ne impedi­sce la circolazione, si fa fare la revi­sione, si chiedono spiegazioni all’im­presa ".

Ma non è grave? Non si dovrebbe ritirare la certificazione?
"Ritirarla a Trenitalia significa az­zerare il trasporto in Italia, non è un’ipotesi facile...".

Un’arma spuntata, dunque. L’avete mai adoperata?
"Una volta. Per un’impresa che non aveva sufficienti persone abilita­te a mansioni di sicurezza. Ma ci so­no altre misure precauzionali".

Ad esempio?
"Nel caso del cedimento del carro di Prato abbiamo ordinato un con­trollo straordinario su tutti i carri si­mili: era del 1958".

E poteva ancora circolare?
"Non c’è norma che ne impedisca la circolazione: sono mezzi fatti per durare molto. Certo, avere un parco meno vetusto sarebbe meglio...".

C’è chi dice che i treni andrebbe­ro revisionati non a intervalli di tempo ma in base al chilometrag­gio effettuato".
"E come si fa? Ogni carrozza è au­tonoma e dovrebbe avere un conta­chilometri. E chi ci assicura che non venga manomesso?".

Nel caso di Viareggio si è scoper­to che a fare la revisione è stata un’officina di Mantova. È sotto il vostro controllo?
"No, noi, a differenza dell’Agenzia tedesca, non possiamo certificare la sicurezza delle officine".

E cosa potete fare?
"Se un’impresa certificata da noi si rivolge a una determinata offici­na, possiamo farle un audit ".

Il controllo a ultrasuoni che avrebbe rivelato il danno all’asse del treno di Viareggio è obbligato­rio?.
"Sì, rientra tra le procedure stan­dard ".

Antonella Baccaro
02 luglio 2009

 

 

 

 

I "cittadini cronisti" e l’emozione virtuale

Grazie al "popolo della Rete", l’inferno di Viareggio è subito finito sul web e ha fatto il giro del mondo: una sorta di promo dell’Apocalisse dalla finestra di casa

La tragedia di Viareggio è andata in onda in tempo reale. Utilizzando telecamere, macchine fotografiche, cellulari molti abitanti di Pisa hanno documentato l’immane disastro con un tempismo finora sconosciuto (i video sono visibili su Corriere.it).

Grazie al "popolo della Rete", l’inferno di Viareggio è subito finito sul web e ha fatto il giro del mondo: una sorta di promo dell’Apocalisse dalla finestra di casa, pieno di immagini strazianti, di sirene che lacerano la notte, di sinistri bagliori, di morte. Anche i tg nazionali hanno aperto le edizioni più importanti con le immagini prese dal web e molte foto pubblicate dai giornali denunciano la stessa provenienza. Tecnicamente ci troviamo di fronte a un nuovo fenomeno mediatico che si chiama "user generated content" (contenuto generato dagli utenti); nell’ambito del web publishing e dei new media, comprende tutto ciò che è realizzato dalla gente comune, con telefonini o telecamere amatoriali, e che diventa subito disponibile sulla Rete. La versione basic è rappresentata da YouTube, quella più raffinata da CurrentTv, che si propone di "allargare gli spazi di partecipazione alla sfera pubblica". In questo caso si parla di "citizen journalism", di giornalismo partecipativo reso possibile dalla natura interattiva dei nuovi strumenti di comunicazione (com’è successo in Iran con la rielezione di Ahmadinejad: solo con Facebook, Youtube e Twitter è stato possibile raccontare le proteste ed eludere la censura).

Insomma, il testimone diretto da oculare diventa speculare: non si lascia annichilire dalla tragedia per poi elaborarla e raccontarla ("c’ero anch’io") ma diventa parte attiva, si arma immediatamente del suo strumento di ripresa, punta un occhio elettronico sul luogo del disastro. Un tempo, questa prontezza apparteneva solo al professionista; adesso invece anche il semplice cittadino sa che la sua immagine può finire su YouTube o essere subito condivisa in un social network. E allora si ritrova con la mano ferma, non piega le ginocchia dalla paura, impugna la telecamera senza tremare, al più si abbandona a qualche commento fuori campo. Diventa così difficile capire se ci troviamo di fronte a una nuova forma di cinismo (filmare invece di portare soccorso) o a una nuova testimonianza di commozione: mediata, virtuale, sfrontata.

Aldo Grasso
02 luglio 2009

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2009-07-02

Accuse e rottami tra i binari chiusi. Nuovi roghi per eliminare i gas
"Ora le Fs devono decidere come e dove stoccare queste sostanze"

I misteri della stazione proibita
"La cisterna non doveva spezzarsi"

dal nostro inviato JENNER MELETTI

VIAREGGIO - C'è un silenzio che fa male, nella stazione della strage. Gli altoparlanti sono muti, i tabelloni luminosi non annunciano nessun arrivo e nessuna partenza.
Il rumore dei treni è già un ricordo, perché tutto si è fermato nella notte dello scoppio. Non si potrebbe entrare, in questa stazione inaugurata il 13 giugno 1936, con una gran festa di regime, "per sedurre la folla immensa dei viaggiatori che qui accorrono". Ci sono gli uomini della "Protezione aziendale" che bloccano gli accessi, "per motivi di sicurezza". "I vigili del fuoco - spiegano questi sorveglianti arrivati da mezza Italia - stanno ancora lavorando per svuotare le cisterne di gas propano liquido. L'accesso è vietato perché questo è il cuore della zona rossa. Se deve partire, ci sono i

pullman sostitutivi. Le Ferrovie riescono come sempre a garantire la circolazione dei passeggeri".

Ma bastano pochi passi, nella stazione proibita, per capire perché è stata chiusa. Meglio non fare vedere le cisterne di gpl che sembrano grandi missili in parata, ferme proprio sul primo binario. Meglio non mostrare le fiamme che vengono sparate dalle "torce" dei pompieri per bruciare il gas rimasto dopo l'esplosione. Meglio non impressionare chi domani continuerà a entrare in stazione, facendogli vedere cosa succede quando un convoglio di carri cisterna deraglia appena fuori dalle pensiline.

Sono pulitissimi, i bagni per "Signori" e quelli per "Signore". Chiuse le serrande dello Snack bar. Nemmeno una carta sul marciapiede vuoto del primo binario. Sono qui, i cinque carri della Gatx Rail, quelli che nel disastro sono rimasti intatti. "Nostro compito - dice Giuseppe Romano, comandante dei vigili del fuoco - è mettere le cisterne in sicurezza. Sono le Ferrovie che adesso debbono decidere cosa fare. Le nostre leggi sono strane. Ciò che viaggia sui binari non è di nostra competenza, ma se un convoglio si blocca per un incidente, allora dobbiamo intervenire. Queste cisterne, a un primo esame, sarebbero in grado di raggiungere la loro destinazione, ma bisogna verificare se abbiamo subito danni. Non sono più merce viaggiante ma sostanze pericolose che vanno assogettate alla legge 334 del 1999, la cosiddetta normativa Seveso. Ora le Fs debbono decidere come e dove stoccare queste sostanze".
Una stazione vuota è una stazione morta. I treni passeggeri che erano stati bloccati qui la notte del disastro sono stati allontanati. Erano un Intercity partito da Milano per Roma e un regionale che doveva raggiungere Firenze. Per fortuna il treno del gas è riuscito a superare la stazione. Oggi, dietro le cisterne della Gatx Rail, ci sono soltanto i convogli arancioni del soccorso, che dovranno rimettere a posto binari e linee aeree. Chiusa la sala d'aspetto un tempo famosa, prima sosta dei milanesi che venivano nei famosi alberghi della Versilia. C'erano due tele di Lorenzo Viani, che raccontavano il lavoro nelle cave e nei porti. Furono pagate 16.000 lire, nel 1936. Ma la stazione, progettata dall'architetto Roberto Narducci, doveva essere il volano del turismo, la prima cosa bella da mostrare ai ricchi turisti del Nord. Adesso Orient Express è solo il nome di un bar davanti alla stazione, gestito da una famiglia cinese.

Poche decine di passi sul primo binario, verso sud, e già si vedono le fiamme. Qualcuno si è spaventato, soprattutto nella notte di martedì. "È tornato il fuoco, cosa succede in stazione?". Un pompiere, con un potente getto d'acqua, raffredda la base della "torcia", un tubo che lancia in alto il gas che arriva da queste cisterne rovesciate come elefanti abbattuti. "Noi preleviamo gran parte del gpl - spiega il comandante Giuseppe Romano - ma in fondo alla cisterna resta sempre un residuo. Allora, con cautela, lo preleviamo e lo bruciamo. È tutto sotto controllo, i cittadini restino tranquilli". Va avanti fino a notte, questo lavoro pericoloso. Solo quando tutto sarà in sicurezza, potrà cominciare la vera inchiesta. "C'era ruggine sull'asse", ha detto il ministro in Parlamento. Ma qui i dubbi sono ancora tanti.

"Io credo - dice Andrea Gambacciani, capotreno e coordinatore regionale della Filt Cgil - che ci sia stato questo guasto strutturale, ma l'inchiesta deve rispondere a una domanda più importante: perché la "botte" si è spaccata? Ci sono norme precise che dicono che una cisterna come questa non può rompersi nemmeno in caso di deragliamento. Sia la cisterna, che le valvole, debbono resistere ad ogni urto. In particolare, le valvole, anche se tranciate, non debbono lasciare uscire il gas. Del resto, osservi le altre cisterne deragliate. Hanno subito colpi pari a quelli presi dalla prima, sono uscite dai binari e si sono rovesciate, ma da queste non è uscito un litro di gpl. È stata la nostra fortuna. Il disastro provocato dalla prima cisterna è stato enorme, ma se si fossero rotte o fossero scoppiate tutte, sarebbe scomparsa mezza Viareggio".

Non si parla d'altro, fra i ferrovieri. Si sentono responsabili dei passeggeri che ogni giorno decidono di salire su un treno. "Che si sia rotto l'asse - dice Andrea Gambacciani - è ormai cosa certa. Un treno deraglia se cedono i binari o un carrello e noi abbiamo visto che i binari sono a posto. Anche sulla velocità non ci sono dubbi. In cabina c'è una specie di scatola nera, elettronica, che registra tutto il viaggio del treno: la partenza, la velocità, le frenate... I nostri macchinisti andavano a 90 all'ora su una tratta in cui si può arrivare a cento".
Sono tre, le torce dei pompieri. Un leggero sibilo all'inizio, quando esce il primo gas, poi le fiamme silenziose. Vigili protetti da tute speciali lavorano attenti ad ogni movimento. "Io spero - dice Stefano Boni, segretario regionale della Fit Cisl - che l'inchiesta arrivi davvero a chiarire tutto. Alcune cose si possono già denunciare. I controlli, ad esempio, non sono quelli giusti. Secondo la normativa, i carri vanno revisionati ogni sei anni e le cisterne ogni quattro. Se succedono questi disastri, dobbiamo dedurne che i controlli vanno fatti più spesso e in modo più incisivo, tenendo conto non solo del tempo passato ma anche dei chilometri percorsi. Noi abbiamo l'Agenzia per la sicurezza, ma non decolla. E poi dobbiamo essere certi che ciò che viene dichiarato dalle società di trasporto sia vero. I dati che dicono quando è stata fatta la revisione, ad esempio, sono numeretti scritti con la vernice sui vagoni. Io non metto in dubbio nulla, ma se invece dei numeretti ci fosse una targhetta elettronica, non modificabile, con tutti i dati dentro, saremmo più tranquilli e sicuri. Questo soprattutto quando - come è successo nel nostro caso - una ditta polacca gestisce un convoglio con carri tedeschi e ruote austriache. Noi possiamo ricordare davvero i nostri morti solo se, dopo questa strage, riusciremo a cambiare davvero le cose. L'Italia, dopo la liberalizzazione iniziata nel 2000 - mentre tanti altri Paesi mantengono il monopolio - è diventata terra di conquista. Le multinazionali entrate nel business dei trasporti badano più al guadagno che alla sicurezza. Liberalizzare può andare bene, ma solo se mettiamo regole. E per scegliere queste regole, la nostra inchiesta è fondamentale: dobbiamo sapere davvero cosa è successo e cosa è stato sbagliato. E allora dobbiamo avere la forza di trovare i giusti rimedi".

Al di là dei binari inizia la città nera delle case bruciate. Il comandante Giuseppe Romano si ferma all'inizio di via Ponchielli. "L'altra notte in questa strada c'era un unico, immenso incendio. Eppure i pompieri si sono buttati dentro, sono entrati nelle case per salvare i feriti". Ci sono scritte strane, sui muri, come "SP 30/6-0-0". "È un codice internazionale, voluto dalle Nazioni Unite dopo il terremoto in Turchia. Questa scritta significa che una squadra di vigili del fuoco di La Spezia ha ispezionato a fondo la casa il 30 giugno e ha trovato 0 morti e 0 feriti. Ma questo era il secondo controllo: morti e feriti li avevamo raccolti subito dopo gli scoppi o nelle prime ore. In questa casa c'è scritto No Go: non entrare". L'esplosione ha violato l'intimità delle case. Si vedono tinelli con fiori di plastica bruciati, uffici con i diplomi di laurea, camere da letto con fotografie sul comò. C'è una sveglia che suona, al civico 32. Non si ferma mai, sembra chiamare l'uomo che doveva svegliare. La stazione è lì, a cento metri. Con le torce accese il fascio di binari sembra una raffineria. Il lieve sibilo del gas è ancora l'unico suono.

(2 luglio 2009)

 

 

 

Un merci deraglia ed esplodono due vagoni carichi di gas: fiamme alte
L'esplosione investe cinque abitazioni, e decine di automobili

Viareggio, treno esplode in stazione. E' strage
In fiamme auto e palazzi: 14 morti, 3 dispersi

Testimonianze in diretta su internet: "Tanti scappavano coi vestiti in fiamme"
La procura di Lucca ha aperto un'inchiesta per disastro e omicidio plurimo colposo
dal nostro inviato MAURIZIO BOLOGNI

Viareggio, treno esplode in stazione. E' strage In fiamme auto e palazzi: 14 morti, 3 dispersi

VIAREGGIO - E' di 14 morti, 3 dispersi e 40 feriti di cui 15 in pericolo di vita, il bilancio della tragedia di Viareggio. Dati resi noti dalla questura di Lucca, e ripresi dal premier

E poi migliaia di sfollati, gente in stato di shock, due palazzine distrutte e altre tre evacuate. Lutti e devastazione in un paradiso delle vacanze al mare, Viareggio, a causa di un treno merci carico di Gpl (Gas di petrolio liquefatto) che a mezzanotte deraglia in stazione e innesca l'apocalisse nel centro della città: una serie di esplosioni e l'incendio.

L'esplosione. "Come un terremoto, come un tornado, ho avvertito uno spostamento d'aria e il pavimento muoversi" racconta un giovane. "Dormivo, mi è piombato il lampadario addosso, sono vivo per caso" dice un altro. "Mio marito, un eroe. Mi ha preso di peso e trascinato fuori da una porta sul retro prima che crollasse tutto. Da sola, con queste gambe malridotte, operate da poco, non ce l'avrei mai fatta" aggiunge un'anziana sorretta a braccia da due volontari della protezione civile che l'accompagnano nella tendopoli allestita in piazza del municipio.

Racconti dall'inferno della Versilia. Dalle Alpi Apuane, che imbiancano del marmo di Carrara le montagne, dicono di aver visto il cielo diventare arancione.
E' poco prima di mezzanotte quando in stazione transita un treno merci, che si muove da nord verso sud, da La Spezia in direzione di Pisa, col suo convoglio di quattordici vagoni cisterna carichi gas. "Non è che andasse proprio piano, almeno a 90 all'ora" racconta qualcuno. "Il treno sferragliava sui binari, ho visto delle scintille" è la testimonianza di un altro. Più tardi le Ferrovie dello Stato spiegheranno
che ha ceduto il carrello del carro cisterna. Poche decine di metri ed è la catastrofe.


In quel punto la linea ferrata è costeggiata dai palazzi, in parallelo corre via Ponchielli. Il merci 50325 Trecate-Gricignano deraglia. Il primo carro cisterna trascina fuori dai binari altri quattro dei quattordici vagoni che non sono proprietà delle Fs ma appartengono a una società straniera,
la Gatx, con sede a Vienna. Solo uno si spezza. Purtroppo basta a causare l'immane disastro. Le esplosioni e le fiammate investono i palazzi e la strada. Una palazzina, dove vivono 18 persone, si sbriciola. Una più piccola, monofamiliare, prende fuoco. Alla fine, crollate o gravemente danneggiate, le case coinvolte saranno cinque. Come un proiettile, un grosso pezzo di metallo investe un uomo - che risulterà essere un quarantenne extracomunitario - e lo scaraventa ad una decina di metri uccidendolo. Per lo spostamento d'aria un'altra persona vola contro un cassonetto e avrà le gambe maciullate. Una ragazza, avvolta dalle fiamme, corre in strada, grida, cerca di strapparsi i vestiti.

Una scena apocalittica. Scene così ce ne sono tante. Le fiamme avvolgono un gazebo dove stanno cenando alcune persone. Scattano i soccorsi. I primi arrivano dalla vicinissima sede della Croce Verde che è stata gravemente danneggiata dall'esplosione: quasi tutte le ambulanze sono distrutte, un volontario è ferito ma non in gravi condizioni, altri hanno riportato contusioni.

Per timore che possano esplodere anche gli altri vagoni rimasti integri, vengono evacuati altri tre palazzi. "La cabina è stata invasa dal gas, siamo riusciti a scappare - raccontano i due macchinisti dl treno, feriti in modo non grave - Siamo vivi per miracolo".

I soccorsi. I soccorsi sono stati tempestivi. Centocinquanta persone della Protezione Civile hanno lavorato tutta la notte. All'alba, in una luce irreale, con il fumo che si è diradato e i focolai quasi del tutto spenti, lo scenario ricorda un attentato a Bagdad. Si scava, si cercano le persone che dovrebbero esserci e di cui non si hanno notizie. Secondo il sindaco di Viareggio sono una trentina. Poi, però, Bertolaso precisa che non dovrebbero essere più di tre o quattro: "Gli altri erano scappati".

L'intervento dei soccorritori si concentra adesso sulla ricerca di persone che potrebbero essere rimaste sotto le macerie e, in particolare, sul travaso del Gpl. Ci sono tre squadre specializzate al lavoro. Dovranno svuotare e mettere in sicurezza otto cisterne alcune delle quali non hanno subito danni. Altre sono cadute su un fianco e andranno trattate con la massima prudenza: "Non è un'operazione semplice e comporta qualche rischio - ha spiegato a Sky l'ingegner Antonio Gambardella, comandante nazionale dei Vigili del Fuoco - Agiremo in contemporanea". Ci vorrà qualche giorno per mettere in sicurezza la stazione di Viareggio.

L'inchiesta. Disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Sono i reati ipotizzati dalla Procura di Lucca che ha aperto un'inchiesta. Il procuratore Aldo Cicala ha effettuato un sopralluogo sul luogo dell'accaduto e ha confermato che, in base alle ricostruzioni il convoglio è deragliato, è fuoriuscito il Gpl e poi si è verificata l'esplosione. I macchinisti del treno sono stati sentiti a verbale dai magistrati lucchesi.

"Due treni passeggeri in arrivo". Un ulteriore disastro è stato evitato grazie all'accortezza del capostazione che ha fermato due treni passeggeri in arrivo nella stazione di Viareggio nei minuti immediatamente successivi all'incidente. "Se quei treni fossero arrivati in stazione sarebbe stata una vera ecatombe - ha detto il consigliere regionale Marco Montemagni -. A bordo c'erano centinaia di passeggeri. Il comportamento del capostazione conferma che Ferrovie dello Stato deve desistere dalla sfrenata corsa verso l'automazione. Il fattore umano resta decisivo".

(30 giugno 2009)

 

 

 

 

L'INCHIESTA-2/ Età media dei convogli: 22 anni. Ma il numero di incidenti gravi si è ridotto
Tagli su manutenzione e igiene. Il rischio è che la Tav attiri tutte le risorse

Italia, i treni più vecchi d'Europa
e ai controlli mancano gli ispettori

di ETTORE LIVINI

Italia, i treni p

MILANO - Le statistiche (positive) da una parte. La cronaca (tragica) dall'altra. Lo stato di salute della sicurezza dei treni italiani è una foto in chiaroscuro.
Quattro deragliamenti da fine maggio a oggi e le immagini della tragedia di Viareggio sembrano dare ragione a Ezio Gallori. "Le Fs? Un colabrodo - dice tranchant il leader storico dei macchinisti tricolori - . Hanno tagliato personale, levato i verificatori, tolto i guardalinea, imposto il macchinista unico. Risultato: un bilancio in pareggio, forse. Ma anche otto guasti seri in quattro settimane". Di più: il parco di locomotive e carrozze made in Italy - penalizzato da un rinnovo che procede con il contagocce - è uno tra i più vecchi d'Europa, con un età media oltre i 20 anni. E, come possono testimoniare ogni mattina migliaia di pendolari, è afflitto da tutti gli acciacchi legati al dato anagrafico.

I numeri però - per la fortuna delle coronarie dei passeggeri tricolori - raccontano (almeno fino ad oggi) anche un'altra storia: i treni italiani sono tra i più sicuri d'Europa. Il numero di incidenti gravi sulle rotaie di casa nostra è sceso dai 202 del '93 ai 19 nel 2008. "Le Ferrovie negli ultimi anni hanno speso tanti soldi per la sicurezza", conferma Marco Ponti, professore di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, mai tenerissimo con l'ex-monopolio della rotaia. E i risultati, in effetti, ci sono: il "tasso di incidentalità" dei binari del Belpaese è tra i più bassi d'Europa. Appena peggio della Gran Bretagna, sui livelli d'eccellenza di Francia e Germania.

I campanelli d'allarme, tuttavia, suonano lo stesso. La cronaca in questo caso - oltre a Viareggio ci sono i guasti degli Eurostar e la quotidiana via crucis di milioni di pendolari - è solo una faccia della medaglia. Il rischio vero è che la crisi economica, la liberalizzazione e i problemi di bilancio del socio di riferimento Fs (quello Stato che "ogni anno versa nelle casse del gruppo circa 7 miliardi", calcola Andrea Giuricin, economista dell'Istituto Bruno Leoni) costringano le Ferrovie ad abbassare la guardia. E che il massiccio dirottamento di mezzi e risorse verso il futuro dell'Alta velocità - mille chilometri di rete (sui 16mila in servizio) che inghiottiranno 85 miliardi di investimenti sui 189 previsti dal contratto di programma Fs-Tesoro - finisca per penalizzare la "rete di serie B" - quella degli interregionali - e gli stanziamenti per la sicurezza.


"La manutenzione per noi è sacra", assicura l'ad Mauro Moretti. Gli investimenti del gruppo però sono calati dagli 8,5 miliardi del 2005 ai 6,8 del 2007. E nell'ultimo bilancio di Trenitalia si giustificano i 209 milioni di tagli dei costi (-7,1%) "in particolare con una riduzione che ha riguardato i costi di manutenzione, che sono stati internalizzati, e quelli di pulizia". Il numero dei dipendenti tra dicembre 2006 e fine 2007 (ultimo dato disponibile) è stato ridotto da 98mila a poco più di 93mila. E la stessa Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, nata sotto l'ombrello del ministero dei Trasporti per vegliare sullo stato di salute del settore, soffre sotto il peso dell'austerity: doveva avere 300 super-ispettori indipendenti. In realtà arranca con 100, effettuando controlli documentali o a campione.

Le cifre - spiega Barbara Morgante, direttore Strategie e pianificazione Fs - vanno lette in controluce: il colpo di forbice agli investimenti, calati del 20% in due anni, si spiega con il completamento di tratte dell'alta velocità. O di progetti come il sistema di blocco automatico dei treni, innovazione che ha portato all'avanguardia continentale l'Italia su questo fronte: il 90% della rete è "monitorato" da un cervello informatico in teoria infallibile, in grado di bloccare i convogli in remoto in caso di anomalia.

"Va bene, siamo tra i migliori d'Europa - ammette Alessandro Rocchi, segretario della Filt trasporti Cgil - Ma è in corso una transizione verso il libero mercato che va governata con attenzione. Negli ultimi 7-8 anni Fs ha avuto la possibilità di spendere molto. Ma ha privilegiato le reti più redditizie economicamente". I "professori" - come li bolla con un po' di sarcasmo Gallori - hanno però cifre diverse: "La rete tradizionale fa ancora la parte del leone negli investimenti - rassicura Carlo Vaghi, docente Certet-Università Bocconi - . Gli ultimi adeguamenti informatici sono andati di pari passo sulle tratte superveloci e su quelle dei pendolari".

Tutto, in ogni caso, è foraggiato dai contribuenti. Certo, l'alta velocità potrebbe camminare con le sue gambe e chiudere i conti in utile già l'anno prossimo, dicono gli esperti. Ma il resto dei treni tricolori viaggia a spese dello Stato: le vendite di biglietti coprono appena il 40% dei costi complessivi (a Londra siamo al 70%). Anche perché malgrado gli aumenti degli ultimi anni - più 9% nel 2006, più 15% per Eurostar e Tav nel 2008 - le tariffe restano tra le più basse del continente.

A far le spese di questi limiti finanziari, più che la sicurezza, paiono essere stati fino ad oggi la qualità e la puntualità del servizio e il rinnovo del materiale rotabile. Fermi al palo e penalizzati (-52 milioni d'acquisto materiali e - 42 milioni per la manutenzione dei beni mobili) anche nell'ultimo bilancio Trenitalia. E i guasti dei mezzi in servizio sono un punto dolente (senza segnali di miglioramento) della quotidianità delle ferrovie tricolori dove molti convogli regionali hanno un'età media vicina ai trent'anni.
I servizi di pulizia, oggetto di una radicale riorganizzazione negli ultimi mesi ("per la quale abbiamo privilegiato la qualità delle offerte all'economicità", sottolinea Morgante), sono in testa alle lamentele dei passeggeri. "Preferisco non cambiare i sedili e non pulire i graffiti piuttosto che rinunciare alla sicurezza", si è giustificato Moretti. Avere treni puliti, puntuali e pure sicuri - malgrado i miliardi pagati ogni anno dal contribuente - è evidentemente per ora ancora un'utopia.

(2 luglio 2009)

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2009-07-02ì

Viareggio, ruggine sull'asse spezzato. Si scava ancora. Venti i feriti in pericolo di vita.

Sale a 17 il bilancio ufficiale, ma ancora provvisorio, delle vittime della strage della stazione di Viareggio, dove, nella notte tra domenica e lunedì è esploso un vagone cisterna contenente gpl. Ma il bilancio pare
inesorabilmente destinato a salire: dei 28 feriti ricoverati in vari ospedali del centro-nord Italia, circa l'80% è in gravissime condizioni, con ustioni sulla quasi totalità della superficie corporea. Da questo punto di vista saranno decisive le prossime ore, ma le previsioni sono pessimistiche: il conto dei morti, alla fine, potrebbe essere anche molto superiore.

Particolarmente complicata, viste le condizioni dei corpi, è la loro identificazione. Alcuni sono stati riconosciuti con sicurezza, per altri ci sono alcune indicazioni, per altri ancora solo la prova del Dna potrà svelarne l'identità. Tre medici legali sono a lavoro per cercare di dare un nome ai
cadaveri, per poter arrivare, con il nulla osta della magistratura, all'organizzazione dei funerali che potrebbero svolgersi nel fine settimana. L'identificazione dei corpi dovrebbe infatti necessitare di 48-72 ore. "Mi auguro siano funerali di stato" ha auspicato, visibilmente commosso, il sindaco Luca Lunardini, "certo saranno in un luogo adeguato all'intensità dell'evento. Le salme sono state portate tutte all'ospedale della Versilia, ad eccezione di quello della bambina morta al Bambin Gesù di Roma. Termineranno invece nella notte i lavori di bonifica e messa in sicurezza della stazione.

Nel tardo pomeriggio si è concluso lo svuotamento cisterne, mentre nella serata i vigili del fuoco hanno lavorato per l'abbassamento della pressione del gas. Da domani mattina, i circa mille sfollati che abitavano nella zona rossa (le loro abitazioni non hanno subito danni, ma sono stati evacuati per precauzione) potranno tornare a casa. Domani in giornata dovrebbe anche essere ripristinato il traffico ferroviario, almeno su un binario. Rimane off limits invece via Ponchielli, la strada investita dall'esplosione: oltre alle due palazzine crollate, uno è stato abbattuto ed altri, probabilmente, lo saranno per motivi di convenienza. In pratica costerebbe più ristrutturare che demolire e poi ricostruire.

Si continuano a cercare anche tre dispersi, ma man mano che passano le ore si assottigliano sempre di più le possibilità che siano rimasti sotto le macerie. In una città che, con la stagione del turismo appena entrata nel vivo e con i turisti che oggi hanno proseguito normalmente la loro vacanza, cerca di tornare alla normalità, ci si continua intanto ad interrogare sulla sicurezza". Sull'asse del carrello spezzato, all'origine del disastro, ci sono tracce di ruggine e questo potrebbe essere la causa della sciagura.

Non risponde al vero", ha spiegato il ministro delle infrastrutture Altero Matteoli parlando alle Camere, che quanto accaduto ieri a Viareggio, "come sostenuto da alcuni parlamentari "sia da addebitare alla limitatezza delle risorse destinate alla manutenzione e alla sicurezza della rete ferroviaria, scelta che sarebbe dettata dalla volontà di investire solo nell'alta velocità. Matteoli ha anche confermato piena fiducia ai vertici delle Ferrovie. Intanto, le forze dell'ordine hanno intensificato i controlli anti-sciacallaggio. I timori sono legati anche al caso della notte scorsa, quando un giovane di 22 anni è stato bloccato mentre, con un passamontagna e una mazza ferrata, si aggirava per le strade in cui è vietato l'ingresso.

02 luglio 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com

2009-07-02

 

L'asse del vagone merci a Viareggio era fessurato e corroso dalla ruggine

Un asse del treno fessurato e parzialmente corroso dalla ruggine, dunque, già da tempo compromesso: è la principale ipotesi al vaglio della procura di Lucca, che sta indagando sulla strage di Viareggio.
I magistrati hanno già disposto accertamenti sulle operazioni di manutenzione, compresa la congruità degli ultimi controlli agli ultrasuoni eseguiti sull'asse. Ma gli investigatori, che pure confermano la pista del cedimento strutturale, sottolineano che "il quadro è complesso e le indagini saranno approfondite anche su tutte le altre ipotesi possibili". Una volta svuotate e rimosse le cisterne, in particolare, si potranno avere indicazioni utili a stabilire le cause della fuoriuscita del gas, che ha provocato l'esplosione.
È stato il ministro dei trasporti, Altero Matteoli - che ha costituito una propria commissione d'inchiesta composta da tre tecnici - a rendere noti in Parlamento i risultati del primo rapporto informativo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. A cominciare dalla ricostruzione della dinamica dell'incidente che ha coinvolto il treno 50325 di Trenitalia Spa, verificatosi alle 23.49 del 29 giugno.

Nella stazione di Viareggio i periti hanno riscontrato "tracce di scavalco" sulla rotaia destra, nel senso di marcia del treno: dopo 15 traverse (circa nove metri) la ruota di sinistra del primo dei 14 carri è caduta all'interno del binario. In seguito allo 'sviò il carro ha urtato il marciapiedi: il treno ha quindi proseguito per tutta la stazione di Viareggio (circa 500 metri) fino a fermarsi con le prime cinque cisterne ribaltate verso sinistra. L'incendio è stato causato dalla fuoriuscita di gas dalla cisterna del primo carro, di proprietà della società Usa Gatx Rail, con sede europea a Vienna, ed è immatricolato presso le ferrovie tedesche Bahn.
Le prime indagini si sono concentrate su una "sala montata" (vale a dire il complesso composto dall'asse e delle ruote) del carro. L'asse è risultato tranciato nella parte che sporge dalla ruota - detta "fusello" - poco prima della "boccola", la quale consente all'asse stesso e alle ruote di girare. La sezione di rottura, ha detto Matteoli, ha evidenziato una "cricca (cioè una fenditura - ndr) estesa, che ha portato la sezione esistente a ridursi notevolmente fino al totale cedimento".

La superficie di rottura, poi, "presenta un aspetto liscio con tracce di ruggine", il che farebbe pensare ad una lesione preesistente. L'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha insistito su questo punto. "Si è spaccato un asse, ma non si è spaccato lì, ha avuto una storia di fessurazioni progressive che in non so quanto tempo ha portato ad avere una superficie resistente di lavoro in quel momento che è un terzo dell'intera superficie della sezione dell'asse". A suo avviso, proprio i tempi in cui è avvenuto questo fenomeno sono "l'elemento di indagine che deve essere fatto".
In presenza dell'autorità giudiziaria, ha aggiunto Matteoli, "è stato aperto il coperchio della boccola distaccatasi, per rilevare la sigla presente sulla testata del fusello, relativo agli ultimi ultrasuoni eseguiti sull'asse". Questi controlli con gli ultrasuoni servono proprio a verificare l'integrità dell'asse, che non può essere accertata altrimenti. Una delle ipotesi è infatti che l'asse abbia un difetto di fabbricazione.

Eppure, il carro - il cui peso era in regola con il limite di 80 tonnellate fissato dalle autorità tedesche - aveva superato tutta una serie di controlli, a cominciare da quello effettuato sui carri dai tecnici della verifica in partenza da Tricate, che "non aveva evidenziato alcuna anomalia". Secondo le direttive comunitarie, "le attività di revisione e di manutenzione" spettano alla società proprietaria, cioè alla Gatx, che in effetti aveva disposto la revisione (prevista ogni sei anni): questa è stata eseguita lo scorso 2 marzo presso la società Cima di Bozzolo (Mantova). "Ulteriori controlli sono in corso - ha aggiunto il ministro - per accertare la regolarità delle operazioni di manutenzione".
La procura di Lucca indaga per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. "Al momento il fascicolo è a carico di ignoti", ha detto il procuratore Aldo Cicala.

 

 

 

Il numero delle vittime sale a 18

2 luglio 2009

Sale ancora il numero delle vittime dell'esplosione alla stazione di Viareggio.
Nella notte è deceduto uno dei feriti gravi ricoverati a Carrara, portando a 18 il numero dei morti, secondo l'ultimo bilancio provvisorio. Sono terminati intanto alle 3:50 i lavori di bonifica e messa in sicurezza. Questa mattina circa mille evacuati della zona rossa potranno quindi tornare a casa.
In giornata dovrebbe essere ripristinato anche il traffico ferroviario. L'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e il direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, Alberto Chiovelli, saranno ascoltati alle 14 dalla commissione Lavori pubblici del Senato. Il procuratore di Lucca parlerà alle 13 in una conferenza stampa.

 

 

 

 

 

Matteoli:"Verifiche sulla manutenzione del carro deragliato a Viareggio"

Sono in corso verifiche sulla manutenzione del carro ferroviario che alle 23,49 di lunedì ha provocato il deragliamento del treno 50325 all'ingresso della stazione di Viareggio. Poi, dopo lo svio (come si dice in linguaggio tecnico) il treno ha percorso circa 500 metri entrando nella stazione. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, riferendo in aula alla Camera sul tragico incidente che ha causato 16 morti e trasformato la stazione della località toscana in un inferno di fuoco. Molti arsi vivi, tanti feriti, bruciati e sfigurati. Il bilancio ufficiale fornito dal ministro parla di 16 morti e 27 feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Le fiamme hanno avvolto bambini, donne e uomini, sono crollate due palazzine, andate a fuoco case e macchine. Alle 2 di notte, ha riferito il ministro, sul posto operavano già 300 vigili, che 5 ore dopo erano raddoppiati a 600. Nella gravità del disastro, ha detto il ministro, sono subito stati assistiti e messi in salvo i feriti, recuperate le salme. Prima di dare la parola al rappresentante del governo, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha "rinnovato a nome della Camera il cordoglio ai familiari delle vittime e all'intera città di Viareggio".

"Sono in corso accertamenti - ha detto il ministro - per verificare la regolarità delle operazioni di manutenzione effettuate sul carro" deragliato alla stazione di Viareggio e dal quale è uscito il Gpl che ha prodotto l'esplosione. "Tracce di ruggine", ha detto il ministro, sono state rinvenute sull'asse del primo carro da cui è fuoriuscito il gas che ha provocato il disastro di Viareggio. Tutti i carri cisterna "sono muniti di ruote monoblocco. È stata rilevata una sala montata che è stata attribuita essere, dal primo carrello senso marcia treno, del primo carro in composizione, avente l'assile tracciato poco prima della sezione di calettamento della boccola. La sezione di vettura ha evidenziato una cricca esterna che ha portato la sezione esistente a ridursi notevolmente fino al totale cedimento. La superficie di vettura presenta un aspetto liscio con tracce di ruggine", ha detto Matteoli. L'incendio "è stato causato dalla fuoruscita del gas dalla cisterna del primo carro e dalla sua successiva deflagrazione. Sono in corso accertamenti sull'integrità della struttura delle cisterne ribaltate".

Il carro ha ricordato il ministro, non appartiene a Trenitalia, ma alla società privata Gatx Rail Austria, impresa americana con sede a Vienna. Il carro in questione era stato revisionato il 2 marzo 2009 e il carico risulta in linea con i limiti prescritti dalle norme. Il ministro ha confermato la sua stima ai vertici di Fs. "I vertici delle Ferrovie dello Stato sono stati nominati dal precedente Governo e godono della stima di questo Governo". Non è vero, ha detto Matteoli, "come sostenuto da alcuni parlamentari", che l'incidente sia da addebitare alla limitatezza delle risorse destinate alla manutenzione e alla sicurezza della rete ferroviaria, scelta che sarebbe dettata dalla volontà di investire solo nell'alta velocità. "Chi vi parla - ha detto Matteoli - ha sempre dato priorità alla sicurezza della rete e degli impianti e ciò è ampiamente testimoniato dalle risorse destinate per tale finalità nei piani delle Ferrovie dello Stato".

Il ministro ha anche precisato di essere in contatto, sin da ieri, con il commissario europeo ai Trasporti Tajani per un approfondimento su strumenti che garantiscano il trasporto di merci pericolose. Matteoli ha espresso "un ringraziamento particolare ai vigili del fuoco che, ancora una volta, hanno dimostrato efficienza e abnegazione". È stata già nominata già ieri una commissione d'inchiesta per appurare i fatti. Il ministro ha anche riferito sulle deviazioni subite dal traffico ferroviario (interrotto sulla direttrice Pisa-Forte dei Marmi) e ha assicurato il massimo impegno del governo per affrontare l'emergenza e per la ricostruzione integrale degli edifici danneggiati.(N.Co.)

1 Luglio 2009

 

 

Sciopero generale dei trasporti per il 7 luglio. La Regione Toscana chiede lo stato di calamità

Uno sciopero generale dei trasporti il 7 luglio: lo hanno proclamato Sdl, Cub e Cobas dopo i "gravissimi fatti accaduti a Viareggio, che hanno comportato un numero rilevantissimo di vittime e feriti". Lo comunicano i tre sindacati autonomi, sottolineando che la protesta "è indetta a difesa della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti, che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza".
In particolare - spiegano Sdl, Cub e Cobas - per il settore ferroviario ci saranno 4 ore di sciopero dalle 10 alle 14. Per il trasporto pubblico locale e il trasporto merci e logistica sono previste 4 ore "nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente". Nel trasporto aereo, poi, la protesta durerà un'ora (dalle 10 alle 11), mentre nel settore marittimo ci sarà un'ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.

Già da stasera smantellate le tendopoli
Con l'allentarsi della situazione di criticità, il responsabile della Protezione civile della Regione Toscana, Cristina Fancini, ha annunciato che già da stasera la tendopoli approntata davanti al Comune di Viareggio potrebbe essere smantellata. Il funzionamento della macchina degli aiuti, spiega una nota della Regione Toscana, è testimoniato dal fatto che soltanto 67 persone, tra le circa 1000 che non sono potute rientrare nelle proprie abitazioni, hanno dormito nelle tendopoli allestita dalla Protezione civile. Erano circa 1900 i posti messi a disposizione per l'accoglienza. Tutti gli altri hanno trovato ospitalitá in case di amici e conoscenti, e in hotel.

Berlusconi a Viareggio: "Decreteremo lo stato d'emergenza"
Silvio Berlusconi, ieri a Viareggio, ha spiegato che nel prossimo Consiglio dei Ministri "decreteremo lo stato di emergenza". Il governo, ha sottolineato, "garantirà la ricostruzione del 100% delle case distrutte".
Parlando del vagone deragliato e dal quale è fuoriuscito il gas, il presidente del Consiglio ha spiegato che "aveva una scadenza della revisione prevista a dicembre 2009". Il vagone, ha sottolineato il premier, era di costruzione americana e immatricolato in Germania.
Al momento del suo arrivo in città Silvio Berlusconi è stato accolto da applausi che presto, però, sono stati coperti da una forte contestazione. Anche dopo l'ingresso del presidente del Consiglio nella sede del Comune, blindata dalle forze dell'ordine, un gruppo di persone ha continuato a contestarlo. Molti hanno ripetutamente urlato "Buffone buffone" all'indirizzo di Berlusconi, rivolgendogli anche offese. Davanti al Comune si trova anche un gruppetto di sostenitori del Cavaliere, meno nutrito, che sta applaudendo nei suoi confronti. Al suo ingresso nella sede del Comune Berlusconi non ha risposto alle offese limitandosi a salutare chi lo applaudiva. Nella piazza del comune le fazioni pro e contro Berlusconi si stanno sfidando a colpi di slogan.

La Regione chiede lo stato di calamità
Intanto la Regione Toscana ha chiesto lo stato di calamità. Il presidente, Claudio Martini, ha spiegato che la Regione sta definendo la delibera in modo che il Governo possa discuterla nel prossimo Consiglio dei ministri. "Ora - ha aggiunto Martini - dobbiamo capire se sono state rispettate le norme di sicurezza e se la rete dei controlli su queste norme è stata efficiente. Se così fosse, dobbiamo ragionare sulla necessità di modificarle per garantire sempre la sicurezza. Ma per ora siamo soltanto nel campo delle ipotesi e dobbiamo aspettare l'esito delle inchieste".

Secondo il procuratore generale della Toscana Beniamino Deidda "l'incidente avvenuto a Viareggio non è frutto del caso, ma di precise azioni od omissioni che saranno attentamente vagliate e correttamente individuate". Deidda che ha parlato a lungo con il
procuratore di Lucca Aldo Cicala, coordinatore dell'inchiesta insieme al sostituto lucchese Giuseppe Amodeo, ha poi aggiunto che "per ora gli inquirenti non sono in grado di indicare con precisione la causa specifica dell'incidente. Si stanno vagliando delle ipotesi sul deragliamento, come quella del cedimento strutturale di uno dei carri, ma al momento nessuna viene esclusa, tranne chiaramente e recisamente quella di un attentato". Deidda ha confermato che al momento l'inchiesta, aperta per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo, è contro ignoti. Tra gli atti disposti subito dalla procura di Lucca il sequestro del convoglio interessato dall'incidente.

I soccorsi
Tra le macerie degli edifici crollati, i soccorritori sono ancora a lavoro. Il raggio di zione dell'esplosione è di trecento metri. Secondo quanto riferito dai Vigili del Fuoco le palazzine crollate sono cinque, ma gli edifici danneggiati potrebbero essere di più. L'accesso alla zona interessata dall'incidente è ancora bloccato dalle forze dell'ordine, perché sono in corso le operazioni di svuotamento delle altre cisterne cariche di gpl: lo scopo è quello di scongiurare il rischio di nuove esplosioni.

La dinamica dell'incidente
L'incidente è avvenuto nei pressi della stazione della città intorno alla mezzanotte: un treno merci è deragliato in stazione e sono esplose due cisterne cariche di gas. Dalle Ferrovie dello Stato si è appreso che sono cinque i vagoni deragliati, mentre secondo le forze dell'ordine e il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli, sarebbe stato il cedimento strutturale dei vagoni a causare il deragliamento. È stata esclusa l'ipotesi, invece, di uno scontro tra treni, come paventato in un primo momento dalla prefettura di Lucca. I due macchinisti, le cui condizioni non sono gravi, hanno raccontato che il convoglio stava procedendo a 90 chilometri orari e che il limite era 100. Il treno deragliato è un convoglio merci, composto da 14 vagoni e proveniva da La Spezia in direzione Pisa. I vagoni merci sono uno polacco e tredici tedeschi, mentre locomotiva è di Trenitalia. Le esplosioni sono state due o tre in successione. Il presidente delle Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta, l'amministratore delegato Mauro Moretti e tutto il Gruppo FS, in un comunicato, hanno espresso il cordoglio per le vittime dell'incidente avvenuto la scorsa notte a Viareggio. "Le Ferrovie dello Stato - si legge nel comunicato - sono vicine alle famiglie colpite da questa gravissima sciagura e si impegnano a concludere nel più breve tempo possibile le due inchieste tecniche già avviate, una da parte di Trenitalia e l'altra dal gestore dell'infrastruttura, Rete Ferroviaria Italiana, assicurando tutto il supporto necessario, per quanto di propria competenza, alle altre commissioni di inchiesta istituite".

La cisterna da cui è fuoriuscito il gas che ha innescato l'esplosione alla stazione di Viareggio, apparterrebbe alla società internazionale Gatx con sede europea a Vienna. Secondo quanto ha appreso l'agenzia Ansa, a provocare il deragliamento sarebbe stato il primo carro merci, quello subito dietro la locomotiva, immatricolato dalle ferrovie polacche ma di proprietà, appunto, della Gatx. Il vagone avrebbe subito un cedimento strutturale: si sarebbe rotto un'asse. Proprio la società con sede a Vienna avrebbe dovuto assicurare la revisione di tutti gli elementi strutturali.

Il convoglio partito dalla raffineria Sarpom di Trecate (Novara)
Il treno merci era partito dalla raffineria Sarpom, che ha sede a San Martino di Trecate, in provincia di Novara. I vagoni con il gas erano stati instradati lungo il binario che collega la raffineria alla rete Rfi e a Novara sono stati agganciati al convoglio. Successivamente il treno merci si è avviato verso sud. Secondo le prime informazioni tutta la procedura si sarebbe svolta secondo le norme e non sarebbero sorti problemi. Dalla raffineria Sarpom partono quotidianamente vagoni con carburante diretti in ogni parte d'Italia.

Matteoli nomina una commissione d'inchiesta sul disastro
A Viareggio è giunto il capo della protezione civile Guido Bertolaso, in contatto col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha definito l'incidente "grave" e "sconvolgente". In arrivo in città anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è in contatto con il prefetto di Lucca Carmelo Aronica mentre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha interrotto la sua visita ufficiale in Venezuela e ha nominato una commissione d'inchiesta. Un'inchiesta è stata aperta anche dalla procura di Lucca.

Continuo il pellegrinaggio al Pronto Soccorso cittadino
Intanto è continuo il pellegrinaggio di amici, parenti e conoscenti al pronto soccorso dell'Ospedale Versilia dove si è concentrata l'emergenza sanitaria causata dall'esplosione alla stazione di Viareggio. Sono ancora da identificare quasi tutte le vittime, e anche fra i numerosi feriti ci sono ancora persone senza nome. Nella sala d'aspetto del pronto soccorso si avvicendano viareggini, ma anche stranieri alla ricerca di notizie di congiunti e conoscenti. "La persona deceduta da noi - ha spiegato all'Ansa il direttore del pronto soccorso Sergio Milletti - è stata riconosciuta dalla sorella grazie ad una catenina perché il corpo era completamente ustionato e ci sono ancora persone da identificare anche tra i feriti; per gli extracomunitari questo compito è ancora più difficile". Per molti, la speranza che i propri cari non siano tra i deceduti è che siano stati trasferiti in altri ospedali, oppure che facciano parte dei feriti a cui non è stato ancora possibile dare una identità. Al pronto soccorso sono stati curati soprattutto gli ustionati. "Si tratta di gente - ha proseguito il direttore - raggiunta dal fuoco in strada, nelle abitazioni e nei pressi della stazione. Invece i pochi traumatizzati arrivati da noi hanno avuto ferite o contusioni per cadute causate dallo spostamento d'aria provocato dall'esplosione".

Linea interrotta tra Pisa e La Spezia
Per il drammatico incidente di Viareggio continua a essere interrotta la linea tra Pisa e La Spezia per i treni a lunga percorrenza, mentre per i treni regionali l'interruzione riguarda il tratto tra Pisa e Forte dei Marmi. Si sta invece normalizzando, fanno sapere da Fs, la situazione sulla linea tradizionale Milano-Bologna, dove si erano verificati ritardi in seguito all'investimento di una persona tra Modena e Reggio Emilia.

1 Luglio 2009

 

 

 

La strage di Viareggio dal caso alla necessità

di Giorgio Santilli

La tragedia di Viareggio è stata prodotta dal quarto deragliamento di un treno negli ultimi 40 giorni. Tre riguardano carri merci di imprese private, uno un treno passeggeri. Altri due "svii" – come si chiamano in termini tecnici – erano avvenuti nella prima parte dell'anno. Secondo l'agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria i deragliamenti non possono e non devono accadere: non rientrano cioè nella incidentalità fisiologica di una ferrovia, esprimendo invece un problema più serio.

Non sarà facile la ricerca delle responsabilità, che non sembrano attribuibili né all'infrastruttura né alla guida dei macchinisti, ma a un cedimento strutturale dell'asse di un carro immatricolato in Germania o in Polonia da una multinazionale americana con sede a Vienna e regolarmente revisionato in Italia. Certo è che proprio nel trasporto merci liberalizzato esiste oggi un'area critica della sicurezza che contrasta con gli standard generali italiani, al primo posto in Europa. Come se le potenti iniezioni di tecnologia, che le Fs hanno fatto in questi anni, avessero sì prodotto un generale innalzamento delle prestazioni di sicurezza e addirittura imposto la tecnologia italiana in altri Paesi, non riuscendo però a proteggere l'intero traffico ferroviario.

Il problema non è, come qualcuno dice strumentalmente, la divisione fra un'Alta velocità ricca e sicura e un trasporto "altro" povero, sporco e a rischio. Non passa da questa divisione la fotografia della sicurezza ferroviaria italiana. Piuttosto sembra arrancare il sistema delle regole e dei controlli sostanziali che non sta al passo della velocità con cui mille nuovi soggetti entrano nel mercato italiano in virtù della liberalizzazione. Per i carri immatricolati in Italia, l'agenzia della sicurezza sa tutto: anno di immatricolazione, verifiche, controlli. Per i carri immatricolati all'estero queste informazioni non esistono. Converrà prendere atto che le frontiere, in questo settore, sono cadute da tempo.

È poi evidente la fragilità estrema di un sistema di trasporto delle merci (e di merci pericolose) che passa a pochi metri dalle case di una delle più note località turistiche italiane. Non è forse una cattiva idea accelerare la costruzione, ovunque possibile, di vie alternative all'attraversamento nei centri storici.

 

 

 

 

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

2009-03-13

 

 

 

 

IL GIORNALE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilgiornale.it/

2009-03-13

 

 

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2009-03-13

 

 

 

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2009-03-13

 

 

 

 

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

L'ESPRESSO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://espresso.repubblica.it/

2009-03-13

 

 

 

 

PANORAMA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.panorama.it/

2009-03-13

 

 

 

 

FAMIGLIA CRISTIANA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

2009-03-13

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2009-03-13

 

 

 

 

 

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2009-03-13

 

 

 

 

 

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

 

 

 

 

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro